IT:
L’articolo analizza un racconto di Antonio Barolini scritto originariamente negli anni ’50, quando l’autore viveva negli Stati Uniti. Nel saggio, sviluppo un’intuizione di Eugenio Montale, secondo il quale il racconto – ripubblicato in italiano nel 1968 – delineava la “biografia di un baule.” Nella mia lettura, il “baule” di Barolini è la metafora d’una memoria stratificata di tempi storici, identità sociali, e appartenenze geografiche. Da questo punto di vista, il racconto di Barolini mette in dubbio, da un lato, l’idea che l’identità culturale sia legata a un possesso individuale, di una persona o di una nazione. Esso, dall’altro lato, evidenzia che i sentimenti connessi al ricordo delle radici e all’appartenenza sono ambivalenti, talvolta conflittuali. L’articolo sostiene che la prosa di Barolini testimonia di come solo il dialogo, il contatto e lo scambio possano rendere ragione della difficile “verità dei sentimenti.”
EN:
The article analyzes a short story originally written by Antonio Barolini in the 1950s, when the author was used to live in the US. In my essay, I develop a line of argument out of an insight provided by Eugenio Montale. For Montale, Barolini’s short story – republished in Italian in 1968 – was about the “biography of a little trunk.” In my reading, the “little trunk” (bauletto) is a metaphor for a multi-layered memory of different historical times, social identities, and geographical belongings. From this point of view, Barolini’s short story challenges the idea that cultural identity is a matter of individual possession – of a person or a nation. The bauletto of Uncle Vittorio also highlights the ambivalent, at times conflictual, characterization of the feelings connected to one’s cultural roots and belonging. The article argues that Barolini’s narrative bears testimony of how dialogue, cultural contact, and exchange can account for the complexity inherent in the “truth of feelings” (verità dei sentimenti).