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Il mio saggio riguarda Pietro Corsi, scrittore molisano di Casacalenda e il testo-documento, da lui scritto, Halifax. The Other Door to America (Halifax. L’altra porta d’America). Il testo, intenso, si colloca tra saggio e storia, racconta il passato del Canada ed è dedicato con amore al mitico molo Pier 21 di Halifax, l’Altra porta d’America. Scrittore italiano, Pietro Corsi ha vissuto sia per la cultura che lo ha, in qualche modo, formato, sia per le lingue (il dialetto molisano, l’italiano, l’inglese e lo spagnolo) tramite le quali ha svolto il proprio lavoro letterario. Pur avendo vissuto in diverse realtà culturali, quali Canada, Stati Uniti e Messico, Pietro Corsi può essere definito scrittore italiano a tutti gli effetti perché la sua identità italiana si dilata, si trasforma, valica i confini tradizionali e diventa capacità di imparare, di sfuggire al proprio passato e alle proprie ossessioni, allargando il proprio orizzonte culturale. L’autore affronta la tematica migratoria, di cui scrisse nel suo primo romanzo, La Giobba, un classico dell’emigrazione del secondo dopoguerra. Per lo scrittore il viaggio “per non morire” dura tutta la vita; la vita stessa altro non è che un viaggio lungo, lontano. Il perché di Halifax lo si trova proprio nella traversata dell’Atlantico, lo sbarco ad Halifax, il viaggio in treno fino a Montréal e l’inizio di una nuova vita, poiché per Pietro Corsi “ognuno parte per un dolore ricevuto, o per una speranza.” Halifax rappresenta proprio questo: la storia di ogni emigrante italo-canadese o italo-americano che in tempi passati è sbarcato al Pier 21, bussando a quella porta che ora chiamiamo Halifax, l’altra porta d’America.